Il cheratocono è una malattia degenerativa della cornea che comporta la deformazione più o meno asimmetrica della superficie ottica corneale (in genere un astigmatismo miopico irregolare) associato ad un progressivo assottigliamento dello spessore corneale all’apice della deformazione.
La cornea cioè ‘si sfianca’ e assume la caratteristica forma a cono, distorcendo la visione da lontano e da vicino e determinando una conseguente riduzione progressiva della capacità visiva.
Secondo i dati della Società italiana trapianti di cornea, ne soffre una persona ogni 2.000 – una su 600 tra gli over 60 – e insorge di solito in età adolescenziale tra i 14 e i 20 anni.
Tipicamente il cheratocono, si manifesta in maniera asimmetrica, interessando prima un occhio e dopo qualche anno l’altro, mentre le forme unilaterali sono rarissime.
La diagnosi del cheratocono
Il cheratocono è una malattia progressiva che causa notevoli problematiche a coloro che ne vengono colpiti: il danno visivo è infatti importante ed irreversibile.
Poiché il processo degenerativo avanza lentamente per circa 10/15 anni, poi rallenta la sua corsa e si stabilizza attorno ad una età media di 30/ 35 anni è fondamentale una diagnosi precoce con l’analisi delle caratteristiche delle cornea per definire il grado della malattia e monitorarne la progressione.
Nel Centro di Microchirurgia Oculare Blue Eye, si effettua la tomografia corneale con Pentacam, che ricostruisce in 3D il segmento anteriore dell’occhio fornendo una valutazione delle caratteristiche della cornea, della camera anteriore e del cristallino. E’ sicuramente la modalità più moderna e sofisticata di diagnosi oggi disponibile.
E’ un esame non invasivo e privo di rischi che, nello studio del cheratocono, viene abbinato ad un altro esame non invasivo, la microscopia endoteliale che fornisce il numero e le caratteristiche morfologiche delle cellule endoteliali.
Come si cura il cheratocono
Non esiste ad oggi una cura definitiva per il cheratocono, tuttavia nelle sue fasi iniziali, il difetto visivo generato dalla patologia può essere corretto con occhiali o lenti a contatto morbide, rigide e, nei casi più avanzati, costruite su misura.
- il cross-linking per il cheratocono
Nei casi in cui le porzioni centrali della cornea siano trasparenti, conviene sempre ricorrere a tecniche conservative. Tra queste la terapia più recente per il trattamento del cheratocono è il Cross-linking che serve a rinforzare le fibre di collagene di cui è composta la cornea attraverso l’instillazione di vitamina B2 (riboflavina) e la successiva irradiazione della superficie oculare con un laser a raggi ultravioletti che attiva il farmaco.
Il trattamento si esegue in anestesia topica (gocce di collirio), dura circa 40 minuti e al termine dell’intervento viene applicata una lente a contatto morbida nei casi in cui si è rimosso l’epitelio.
- anelli intrastromali per il cheratocono
Nei casi di cheratocono a stadi più avanzati si può ricorrere all’impianto, tramite il Laser a Femtosecondi, di segmenti intrastromali. Questi, detti anche anelli intra corneali, sono invisibili ad occhio nudo ed hanno lo scopo di ripristinare una forma più fisiologica, riducendo al massimo la deformazione e l’irregolarità delle porzioni centrali della cornea. Di solito l’intervento consente un miglioramento sia della visione a occhio nudo che di quella corretta con occhiale o lente a contatto.
Infine, solo nei casi più gravi e quando nessuna delle tecniche sopra descritte si è dimostrata efficace o utilizzabile, si deve ricorrere al trapianto parziale o totale del lembo corneale (corneoplastica).