Uno studio rivoluzionario rivela il potenziale delle scansioni oculari in 3D nel rilevare il Parkinson ben sette anni prima dei sintomi manifesti.
Il morbo di Parkinson, una malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di individui nel mondo, può essere anticipato grazie all’analisi della retina, secondo una ricerca condotta da scienziati dell’ospedale Moorfields Eye e dell’University College London. Utilizzando la tomografia a coerenza ottica (ODT), che fornisce immagini tridimensionali dell’occhio, è possibile individuare segni distintivi all’interno della retina associati allo sviluppo della malattia.
Questa scoperta è stata trattata in un articolo scritto su wired.it
L’impiego di intelligenza artificiale ha permesso ai ricercatori di consultare l’AlzEye, un database contenente dati clinici e immagini oculari di centinaia di migliaia di pazienti del National Health Service del Regno Unito. Questa tecnica potrebbe aprire la strada a interventi precoci, dunque a diagnosi più tempestive.
Nonostante non esista ancora una cura per il Parkinson, esistono trattamenti terapeutici, tra cui interventi chirurgici con l’inserimento di pacemaker e farmaci, che possono migliorare la qualità di vita dei pazienti.
In Italia, oltre 300.000 persone soffrono di questa malattia. Questa scoperta evidenzia l’importanza dell’oculomica nella ricerca sulle malattie neurodegenerative e apre prospettive promettenti nella lotta contro il Parkinson.
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