Laser rotto in Oculistica

ASST: «Per un nuovo apparecchio servono tre mesi»

Un mese fa avevamo raccontato la disavventura di una cittadina di Busto Arsizio che, dopo aver subìto un intervento alla cataratta (perfettamente riuscito) avrebbe dovuto sottoporsi a un’altra piccola operazione di pulitura col laser (già programmata, con tanto di ticket pagato). Peccato che il macchinario, in quel momento, fosse rotto. E così l’intervento è stato rinviato.

Trenta giorni dopo la situazione non è cambiata: il laser è ancora fuori uso. «Abbiamo telefonato più volte in Oculistica – spiega il marito della paziente -, ma la risposta ricevuta è sempre stata la stessa: l’apparecchiatura non funziona. Ci hanno anche detto che la macchina non era più riparabile e dunque sarebbe stato necessario partecipare a un appalto per ottenere una nuova fornitura». La pazienza della coppia è ormai esaurita: «Non è possibile aspettare tutto questo tempo – tuona il cittadino -. Anche perché, più passano i giorni, più si rischia di peggiorare le condizioni dell’occhio. Quell’intervento era atteso ormai da tre mesi. Possibile che un reparto rimanga sfornito così a lungo di un macchinario così importante? Non parlo solo a nome mio, ma di tanti altri pazienti che stanno vivendo lo stesso disagio».

Come se non bastasse, l’uomo è rimasto scottato pure da un’altra esperienza negativa, relativa alla programmazione di un intervento alla cataratta: «Anch’io, come mia moglie, avrei dovuto operarmi, ma quando sono andato a prenotare mi è stato detto che la prima data utile sarebbe stata fra tre anni. Come si può pensare di fissare un appuntamento dopo tre anni? È un periodo interminabile. È il miglior modo per spingere i cittadini a rivolgersi alla sanità privata».

In questo momento però il problema che più preoccupa queste persone è quello del laser dell’Oculistica. «Mi chiedo se interessi ancora qualcosa della salute dei pazienti – commenta amareggiato il bustese -. Può succedere che un’apparecchiatura si rompa, ma è inconcepibile che per diversi mesi non si trovi una soluzione». «Lo yag-laser si è effettivamente rotto e bisogna trovare un’alternativa – spiega il direttore sanitario dell’Asst Valle Olona, Paola Giuliani – Purtroppo non si può riparare, dobbiamo acquisirne uno nuovo. Il macchinario serve a ridurre la pressione del bulbo oculare, è utile in diverse situazioni non solo per la cataratta. Gli uffici amministrativi si stanno dando da fare, ma per avere una strumentazione nuova non possiamo accedere alle gare in essere: dobbiamo costruirne una nuova. I tempi tecnici indicano 3-4 mesi di attesa». Laser in arrivo in luglio, dunque? «Nel frattempo abbiamo impianti simili a Somma Lombardo e Saronno, per le urgenze trasferiamo i pazienti a nostro carico. Stiamo verificando anche la possibilità di prendere un laser a noleggio per semplificare le cose».

Fonte: prealpina.it